
A Milano, grazie alla collaborazione tra l’Università di Padova e la Fondazione Carolina, con il contributo della Fondazione TIM, è stata sperimentata un’innovativa applicazione che agisce automaticamente nelle chat scolastiche. L’app utilizza un algoritmo avanzato per rilevare il grado di esposizione al rischio di cyberbullismo nelle conversazioni digitali all’interno dei gruppi classe, un passo importante nella prevenzione di questo fenomeno. Questo progetto si inserisce nel contesto di un modello di intelligenza artificiale sviluppato dal Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia, Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università di Padova, e si affianca all’esperienza e al supporto degli esperti di Fondazione Carolina, nata dall’impegno della famiglia di Carolina Picchio, una delle prime vittime di cyberbullismo nel 2013.
Un progetto innovativo contro il cyberbullismo
Il progetto di ricerca, che ha vinto la Call for Ideals 2023 di Fondazione TIM, rispetta rigorosamente l’anonimato degli studenti e offre un metodo per quantificare i rischi legati a comportamenti aggressivi o discriminatori tra pari. L’app si configura come una vera e propria “sentinella digitale”, che fornisce agli insegnanti e agli educatori un’indicazione precisa sulla natura delle conversazioni tra gli studenti, permettendo di rilevare segnali di rischio. Tramite un punteggio, gli insegnanti possono identificare il bisogno di attivare interventi o, se necessario, attivare il supporto di una task force della Fondazione Carolina.
La sperimentazione a Milano
La sperimentazione ha coinvolto 97 studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Zaccaria di Milano, ed è partita nel febbraio 2024, con conclusione prevista per giugno 2025. Il test si è svolto attraverso una conversazione via chat della durata di 30 minuti. Alla fine della sessione, gli studenti sono stati invitati a descrivere la loro esperienza e a valutare, su una scala da 0 a 10, il grado di esposizione al rischio di cyberbullismo durante la chat. I primi risultati sono stati sorprendenti: il 70% degli studenti non riesce a riconoscere quando è esposto a rischi di cyberbullismo, nemmeno quando il pericolo è evidente e alto.
Gli studenti non riconoscono il rischio
Secondo i responsabili scientifici del progetto, questo dato evidenzia una sottovalutazione da parte degli studenti delle situazioni di rischio che si presentano durante l’uso delle piattaforme social. In particolare, la ricerca mette in luce come, in situazioni di forte esposizione al cyberbullismo, gli studenti non chiedano aiuto agli insegnanti o ai genitori. Questo comportamento rende particolarmente difficile intercettare i casi di bullismo in una fase ancora contenuta del problema.
I dati sul cyberbullismo
I dati diffusi da Fondazione Carolina rivelano che il 50% degli studenti ha subito violenza online almeno una volta. Una percentuale che aumenta ulteriormente se si considerano anche i casi in cui i ragazzi sono coinvolti, anche indirettamente, in episodi di cyberbullismo. I dati raccolti dagli educatori di Fondazione Carolina confermano che tre adolescenti su quattro, tra gli 11 e i 17 anni, hanno avuto esperienze legate all’uso scorretto del Web, sia come vittime che come testimoni.
NETGuardianChat: una piattaforma innovativa
L’applicazione NETGuardianChat è strutturata in due applicativi principali. Il primo è una piattaforma di messaggistica, dove gli studenti possono registrarsi, creare il proprio profilo, interagire con i compagni e scambiarsi messaggi di testo. Il secondo applicativo è riservato ai docenti, che, accedendo all’app, possono ottenere in tempo reale un dato sul grado di esposizione al rischio di cyberbullismo nella chat di classe. È importante sottolineare che, pur restituendo questi dati, l’app non consente ai docenti di leggere i messaggi degli studenti, garantendo così l’anonimato.
L’evoluzione del progetto
Il rischio di cyberbullismo è stato misurato tramite l’uso della Tavola Semiradiale dei Repertori Discorsivi, uno strumento che analizza le modalità di interazione, sia nel mondo fisico che virtuale. L’obiettivo futuro è quello di integrare NETGuardian come plug-in di altre piattaforme di messaggistica, affinché gli studenti possano utilizzarla per proteggere sé stessi e i loro compagni da comportamenti dannosi. Come emerso dai primi risultati, l’app potrebbe anche sostituire gli attuali strumenti di “parental control”, cambiando il focus dal controllo di “cosa” scrivono i minori al monitoraggio di “come” lo scrivono.
La sperimentazione di Milano rappresenta un passo fondamentale verso un futuro in cui le scuole, gli insegnanti e le famiglie possano avere gli strumenti necessari per prevenire e contrastare il cyberbullismo, creando un ambiente più sicuro e consapevole per i giovani.
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