Abbandono scolastico: ecco i dati Eurostat

Nel 2023, il fenomeno dell’abbandono scolastico in Italia continua a destare preoccupazione, nonostante un lieve miglioramento rispetto agli anni passati. Il nostro Paese si colloca ancora sopra la media europea, con un tasso del 10,5% di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno interrotto prematuramente il loro percorso di istruzione e formazione, senza conseguire un diploma di scuola secondaria superiore.

Secondo i dati raccolti da Eurostat, la media dell’Unione Europea si è attestata al 9,5%, con un trend in discesa che avvicina sempre più i Paesi membri all’obiettivo fissato dalla Strategia Europea 2030: ridurre l’abbandono scolastico sotto la soglia del 9%. Tra gli Stati membri che registrano i valori più alti, figurano la Romania (16,6%), la Spagna (13,7%), la Germania (12,8%) e l’Ungheria (11,6%). L’Italia, con il suo 10,5%, si trova quindi nella fascia alta della classifica.

Disparità regionali nell’abbandono scolastico

Un aspetto particolarmente allarmante riguarda le forti disparità territoriali all’interno del Paese. Alcune regioni italiane presentano tassi di abbandono scolastico decisamente superiori alla media nazionale ed europea. Le regioni con i tassi più alti di abbandono scolastico nel 2023 sono:

  • Sardegna: 17,3%
  • Sicilia: 17,1%
  • Bolzano: 16,2%
  • Campania: 16,0%

Questi valori superano di gran lunga sia la media nazionale che quella europea, confermando una crisi educativa che riguarda in particolare le regioni del Sud Italia.

Le regioni virtuose

Al contrario, alcune regioni mostrano un impegno più incisivo nel contrastare l’abbandono scolastico, registrando tassi significativamente inferiori. Le regioni più virtuose risultano essere:

  • Umbria: 5,6%
  • Marche: 6,1%
  • Friuli Venezia Giulia: 6,6%
  • Emilia-Romagna: 7,3%

Questi tassi sono ben al di sotto della media nazionale e segnalano una maggiore efficacia nel garantire pari opportunitĂ  educative sul territorio.

L’Italia a due velocità

Il dato più preoccupante che emerge dal confronto tra le diverse regioni italiane è che l’Italia appare a due velocità: il Mezzogiorno fatica ancora a garantire uguali opportunità educative rispetto al Centro-Nord, con una profonda disuguaglianza nell’accesso e nella qualità dell’istruzione. Questo divario territoriale continua a rappresentare una delle sfide più complesse per il sistema educativo italiano, ostacolando l’integrazione sociale e la crescita economica in molte aree del Paese.

In sintesi, sebbene siano stati compiuti alcuni passi in avanti, l’Italia deve fare i conti con un fenomeno persistente che coinvolge una parte significativa della sua gioventù, soprattutto nelle regioni meridionali. La strada verso la riduzione dell’abbandono scolastico è ancora lunga e richiede politiche educative mirate e un impegno concreto per ridurre le disuguaglianze tra Nord e Sud.

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