Si è svolta ieri, martedì 10 ottobre, un’audizione informale dei sindacati presso la VII Commissione della Camera dei Deputati (Cultura, Scienza e Istruzione), in merito alla proposta di legge che ha per oggetto l’abolizione del limite numerico minimo di alunni per la formazione delle classi in determinate aree territoriali (comuni montani, piccole isole, con presenza di minoranze linguistiche).
Ad avviso della CISL Scuola, sugli interventi prospettati grava anzitutto la pesante ipoteca derivante dal vincolo dell’invarianza dei costi entro cui le misure previste dovrebbero essere adottate. Le misure riguardano la possibilità di derogare, in determinati contesti territoriali, al numero minimo di alunni per la costituzione di una classe). L’ovvia conseguenza è che l’eventuale riduzione del numero di alunni in alcune realtà richiederebbe una compensazione di segno contrario in altri contesti territoriali. Ciò evidenzia, secondo la CISL Scuola, il carattere molto parziale ed episodico di misure che andrebbero invece ricondotte a una più ampia visione d’insieme e supportate da adeguate politiche di investimento.
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