Arrivano rassicurazioni sul dimensionamento scolastico da parte del ministro dell’istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Rispondendo all’interrogazione, mossa dall’onorevole Francesco Emilio Borrelli di Alleanza Verdi e Sinistra, in merito al contingente di dirigenti scolastici e Dsga, Valditara spiega a cosa le scuole andranno incontro a causa della nuova norma sul dimensionamento della rete scolastica contenuto all’interno della Legge di Bilancio 2023. Il numero uno del ministero ha parlato confermato che alcun plesso scolastico va incontro alla chiusura, poiché si rimane ancorati al decreto n.81 del marzo 2009, che sancisce i numeri necessari per la sopravvivenza delle scuole.
“L’articolo 1, comma 557, della legge di bilancio per il 2023, in materia di adozione di parametri sul dimensionamento scolastico ai fini del riconoscimento dell’autonomia alle istituzioni scolastiche non prevede chiusure di plessi scolastici – evidenzia Valditara – né interviene sui criteri di formazione delle classi – che continua a essere regolata dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81 – né, tanto meno, favorisce il rischio di classi pollaio, bensì mira al miglioramento dell’efficienza amministrativa e alla corretta e ordinata gestione delle istituzioni scolastiche“.
“La norma richiamata dispone – spiega il ministro – l’adozione di un decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, il cui iter prevede il coinvolgimento delle regioni, le quali potranno armonizzare la distribuzione delle istituzioni scolastiche a livello regionale con l’andamento della denatalità, adottando nel contempo alcuni correttivi che tengono conto delle specifiche criticità di alcuni territori: comuni montani, piccole isole, minoranze linguistiche. L’armonizzazione delle reti scolastiche a livello regionale con il numero degli alunni consente una migliore programmazione pluriennale della rete scolastica, senza sacrificare i singoli punti di erogazione del servizio scolastico e le relative dotazioni, bensì contribuendo alla riduzione del fenomeno delle reggenze. L’intervento normativo, infatti, conferisce maggiori margini di autonomia alle regioni che possono procedere a una pianificazione, a livello locale, adeguata alle esigenze del territorio, superando la rigidità del tradizionale parametro legato al numero minimo di alunni per istituto: 600 (ridotto fino a 400 per le istituzioni situate nelle piccole isole, nei comuni montani o nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche). Peraltro, la nuova disciplina consente di generare risparmi di spesa, certificabili anno per anno, che confluiscono in un fondo, costituito nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito da reinvestire in modo strutturale a favore del sistema scolastico”.
“L’eventuale revisione dei criteri del dimensionamento della rete scolastica – conclude Valditara -, ove ritenuta necessaria, richiederebbe una modifica sostanziale del PNRR, nonché nuove interlocuzioni con la Commissione europea, che dovrebbe validarla, tra l’altro in tempi non utili per l’avvio del prossimo anno scolastico e per il raggiungimento dei traguardi imposti dal PNRR“.