Il ministro non si smuove: proposto adeguamento di 90 euro lordi per i docenti.
Sarà una partita ancora lunga ed estenuante quella che prosegue tra sigle sindacali e Governo per l’aumento delle busta paga nel CCNL dei docenti italiani. Il rinnovo del contratto, o meglio le contrattazioni che sono in atto, avrà tempi lunghi. Lo sa l’Esecutivo, lo sanno i sindacati e lo sanno anche i diretti interessati.
L’adeguamento economico è uno dei punti maggiormente dibattuti. Il ministro Patrizio Bianchi voleva chiudere a 50 euro in più per lo stipendio degli insegnanti. Proposta rispedita al mittente da parte dei sindacati, che chiedono un aumento a tre cifre, attorno ai 300 euro. La verità è che a spuntarla, con grande probabilità, sarà il Governo con 90 euro lordi in più nelle tasche dei docenti. Molto dipenderà anche dalla prossima Legge di Bilancio.
A disposizione per la parte economica oltre 2 miliardi per un riconoscimento salariale, rispetto al 2018, del 3,8% che tradotto in euro significa 90 euro lordi, dunque 50 euro netti in busta paga.
Al netto delle risorse per gli arretrati (ancora da quantificare), verrebbe ricompreso nell’aumento il cosiddetto elemento perequativo da 11,50 euro medi previsto dal precedente CCNL 2016-2018. In quel caso erano stati garantiti ai docenti aumenti retributivi medi di 96 euro lordi al mese (da 80,40 euro minimi a 110 massimi, in base ad anzianità e grado di scuola).
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