Sciopero scuola, prevista alta adesione. Centinaia di pullman a Roma

Sciopero 17 novembre 2023

Migliaia in piazza dalle 10 di questa mattina. Rischio paralisi per il sistema scolastico.

E’ iniziata alle 10:00, poco più di un’ora fa, la manifestazione da parte di docenti e personale ATA per lo sciopero indetto nella giornata di oggi. Roma è stata presa d’assedio da centinaia di pullman. L’adesione risulta alta, ma solo tra qualche ora si avranno i primi dati sui partecipanti.

“Lo sciopero avrà una alta adesione – annuncia Francesco Sinopoli di Cgil – perchè le ragioni della protesta sono motivate: il governo sceglie di costruire una formazione per pochi, finanziata con il taglio degli organici. In più si umiliano i precari con un nuovo sistema di reclutamento e gli si nega l’abilitazione. Un intervento da respingere, che io non chiamo nemmeno la riforma. Viene tradito il Patto per la scuola. Il contratto poi è scaduto da tre anni e ci aspettiamo un investimento serio per il rinnovo contrattuale: le risorse stanziate non bastano anche dato l’impegno della scuola tutta negli anni della pandemia. Evidenziamo l’inadeguatezza del governo rispetto alle esigenze della scuola”.

Ma cosa chiedono in sostanza i sindacati? Qui le richieste che hanno portato alla manifestazione odierna:

  • implementazione delle risorse per la revisione e l’adeguamento dei profili ATA;
  • implementazione delle risorse per l’equiparazione retributiva del personale della scuola agli altri dipendenti statali di pari qualifica e titolo di studio e il progressivo avvicinamento alla retribuzione dei colleghi europei;
  • eliminazione degli eccessi di burocrazia nel lavoro dei docenti;
  • restituzione della formazione di tutto il personale della scuola alla sfera di competenza dell’autonomia scolastica e del collegio docenti;
  • revisione degli attuali parametri di attribuzione degli organici alle scuole per il personale docente, educativo e ATA;
  • riduzione del numero di alunni per classe;
  • contenimento della dimensione delle istituzioni scolastiche entro il limite di 900 alunni per scuola;
  • modalità specifiche di reclutamento e di stabilizzazione sui posti storicamente consolidati in organico di fatto, che superino il precariato esistente a partire dai precari con 3 o più anni di servizio;
  • modalità semplificate, per chi vanta una consistente esperienza di lavoro, di accesso al ruolo e ai percorsi di abilitazione;
  • previsione di un organico straordinario di personale della scuola, per gestire le emergenze legate al perdurare della pandemia e all’accoglienza degli alunni provenienti dalle zone di guerra per l’anno scolastico 2022/2023;
  • reintegrazione dell’utilità del 2013;
  • garanzia della presenza di un Assistente tecnico in ogni scuola del primo ciclo
  • disciplina in sede di rinnovo del CCNL dei criteri per la mobilità con eliminazione di vincoli imposti per legge;
  • incremento dell’organico dei Collaboratori scolastici di 2.288 unita secondo l’impegno ministeriale;
  • indizione del concorso riservato per gli Assistenti Amministrativi Facenti funzione di DSGA con 3 anni di servizio nella funzione anche se sprovvisti di titolo di studio specifico (“nel nuovo a.s. 2022/2023, il 30% dei posti sarà vacante”);
  • emanazione del bando di concorso per DSGA;
  • semplificazione delle procedure amministrative per liberare le segreterie dai compiti impropri (pensioni, ricostruzione di carriera, graduatorie di istituto) re-internalizzando quelli di competenza dell’Amministrazione scolastica;
  • revisione del regolamento sulle supplenze ATA;
  • ricognizione sullo stato di attuazione delle posizioni economiche.

“Ho voluto essere a Roma oggi è un momento delicato – spiega il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi – È in corso, giustamente, un atto di espressione sindacale da parte dei docenti, che richiede che il ministro sia a Roma. Dobbiamo ripensare questi due anni di pandemia – ha detto Bianchi – la scuola è per definizione in presenza ed io in questi mesi ho voluto anche con alcuni contrasti riportare gli alunni a scuola. Noi abbiamo tre riforme da fare e il nocciolo è che il sistema deve essere basato sul concetto di autonomia, che è la capacità di costruire dal basso un sistema nazionale non significa che ognuno deve andare per conto proprio”.

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