Intanto la Cgil commenta: “Idea strampalata. Esigenze sono altre”.
“Non è mai stato messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud”. Prova a spegnere le polemiche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, dopo le critiche e la bufera nata dalle parole con cui aveva aperto ad una differenziazione degli stipendi degli insegnanti in base al costo della vita nel luogo in cui vivono, dicendosi anche disposto ad aprire al finanziamento privato delle scuole pubbliche.
Valditara sottolinea: “Ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico”.
“Io credo che il contratto nazionale non verrà toccato, non ritengo nemmeno che sia una richiesta delle regioni, semmai la richiesta è consentire maggiore equità laddove il costo della vita sia molto più alto”, aveva detto il ministro dell’Istruzione e del merito, intervistato sull’autonomia nell’ambito di un webinar.
“La proposta del Ministro Valditara di aumentare gli stipendi ai docenti della scuola che lavorano nelle regioni del Nord è un errore oltre che un abbaglio – commenta Francesco Sinopoli, segretario della FLC CGIL -. Significherebbe infrangere il contratto nazionale di lavoro e riproporre le gabbie salariali, uno strumento superato dalla storia e dalle lotte dei lavoratori perché inefficace e causa di ulteriori diseguaglianze. Così come appare del tutto inaccettabile la proposta di aprire a non ben identificate forme di finanziamento privato”.
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